Costituito nel 1952 e dal 15 febbraio 1960 nella sua organizzazione attuale, il COMSUBIN è un reparto d’élite della Marina Militare Italiana nato con lo scopo di preservare le preziose tecniche e capacità subacquee dimostrate durante la Seconda Guerra Mondiale. In questo articolo andremo a ripercorrere le tappe della sua nascita, la sua costituzione e attuale suddivisione e quali sono i suoi compiti, nel giorno del loro 64° anniversario.
I Punti Chiave
• Nascita del COMSUBIN
• Gruppo Operativo Incursori (GOI)
• Le operazioni all'estero del GOI
• Gruppo Operativo Incursori Subacquei (GOS)
Nascita del COMSUBIN
Terminata la Seconda Guerra Mondiale, Maricentrosub Taranto, un nuovo ente nato in seguito alla soppressione di Mariassalto (unità militare della Regia Marina costituitasi nel ’43), istituì gli Uffici Sminamento Porti con gruppi di sommozzatori, che furono particolarmente attivi non solo nello sminamento, ma anche nella disostruzione dei porti da navi autoaffondate o colpite dagli alleati, senza contare le migliaia di ordigni esplosivi disseminati in tempo di guerra con cui si confrontavano ogni giorno. Un Gruppo staccato sommozzatori operava in Liguria, particolarmente colpita in tal senso, a tal punto da risultare un vero e proprio “cimitero di navi”, con oltre 320 scafi affondati.
Imm.1: GOI in operazione subacquea
Con Maricentrosub La Spezia vennero costituiti i Nuclei SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), nei quali transitavano i palombari che operavano nei Gruppi staccati sommozzatori e, nel 1950, i nuotatori guastatori del Gruppo Gamma; quest’ultimo raccoglieva il personale che aveva segretamente mantenuto viva l'esperienza maturata con i mezzi d'assalto e che la Marina Militare non avrebbe più dovuto possedere, così come stabilito da alcune clausole del trattato di pace di Parigi (1947).
Per non disperdere quindi il bagaglio di preziose esperienze e tecniche acquisite durante il periodo bellico, nel 1952 l’ammiraglio Pecori Giraldi, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, chiese al Tenente di Vascello e Medaglia d’Oro al Valor Militare Aldo Massarini di valutare la possibilità della formazione di un “reparto di incursori subacquei”. Così, con il foglio d’ordine N° 44 del 30 maggio 1952, dopo la revoca dei vincoli del trattato di Parigi, nell’antica Fortezza di Varignano ne Le Grazie, frazione del comune di Portovenere (La Spezia), venne istituito il Gruppo Arditi Incursori alle dipendenze di Maricentrosub di La Spezia.
Una prima riorganizzazione a cura del comandante di Maricentrosub, l'ammiraglio Gino Birindelli (Medaglia d’Oro al Valor Militare per l'operazione BG2 a Gibilterra, condotta con i mezzi di assalto della Regia Marina), porterà nel 1956 alla creazione di “MariSubArdIn”, i cui operatori, oltre alle operazioni in mare, venivano addestrati al combattimento in montagna e, dal 1962, anche alle attività di paracadutismo.
Nel 1959 il Comando cambia ancora denominazione in “MaricenSubIn” per poi assumere, il 15 febbraio 1960, la definitiva denominazione COMSUBIN con la costituzione del Comando Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei”, in memoria del maggiore del Genio Navale Teseo Tesei, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria, immolatosi nell’operazione Malta 2 nel 1941 (insieme al capo palombaro Alcide Pedretti) e ideatore dell’SLC – Siluro a Lenta Corsa, congiuntamente all'ingegnere navale Elios Toschi.
Il COMSUBIN si divide in:
- Gruppo Operativo Incursori (G.O.I.), unico reparto di Forze Speciali della Marina Militare erede degli uomini dei Mezzi di Assalto della Marina il cui motto è: “E fluctibus irruit in hostem” ossia “Dal mare irrompiamo sul nemico”. Il caimano presente sul fregio del GOI è in ricordo dei "Caimani del Piave", gli arditi della Marina nella Prima Guerra Mondiale; si contraddistinguono per il basco verde.
Imm.2: baschi verdi del GOI
- Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.), reparto alle cui dipendenze sono posti i Palombari, gli operatori subacquei con le capacità d'immersione più spinte, frutto di una tradizione residente in Marina da oltre 160 anni; il motto è “Non si volta chi a stella è fiso”; basco blu.
Imm.3: operatore GOS
ll Gruppo Operativo Incursori (GOI)
Il GOI trae le sue profonde origini dalla Decima Flottiglia Mas della Seconda Guerra Mondiale, che con le sue audaci azioni riuscì ad affondare o danneggiare gravemente un naviglio da guerra avversario per 72.190 tonnellate e un naviglio mercantile per 130.572 tonnellate. La grande capacità, flessibilità e autonomia logistico-operativa rendono il GOI un’unità particolarmente efficace nella gestione di situazioni critiche.
Gli odierni scenari internazionali di conflittualità e la costante minaccia terroristica richiedono l’intervento di piccole unità non convenzionali, particolarmente addestrate ed equipaggiate. In questi ardui contesti gli Incursori della Marina sono uno strumento agile e flessibile, particolarmente idoneo ad affrontare le sfide mutevoli ed ambigue del momento. La loro capacità di soddisfare vari requisiti politici, militari, economici, psicologici, unitamente alla capacità di operare in clandestinità o in condizioni di isolamento, in unità tattiche di ridotta consistenza in contesti non-permissivi od ostili, con mobilità in qualunque ambiente, impiegando tutti i mezzi, gli equipaggiamenti ed i sistemi d’arma necessari all’assolvimento della missione, rendono gli Incursori del GOI un assetto strategico di primaria importanza.
Imm.4: GOI
Tra le varie capacità e compiti d’Istituto, rientrano:
- attacco ad unità navale e mercantile in porto o alla fonda con l'impiego di diversi sistemi d'arma;
- attacchi a installazioni portuali-costiere e ad infrastrutture civili e militari entro la fascia dei 40 chilometri dalla costa;
- operazioni di controterrorismo navale per la liberazione di ostaggi su unità passeggeri o mercantili e su installazioni marittime;
- infiltrazione e permanenza in territorio ostile per missioni di tipo informativo e/o di supporto al fuoco navale.
Le operazioni all'estero del GOI
Gli operatori del GOI sono stati impegnati nell'ambito delle operazioni destinate al recupero dei cittadini italiani in Ruanda durante la crisi politica e il genocidio del 1994 e dell'operazione di rafforzamento della pace a Timor Est, sotto egida ONU, durante la crisi politica del 1999. Nuovamente, dal 2001 al 2005 nell'operazione Enduring Freedom. Dal 2005, gli operatori del GOI sono stati distaccati in Afghanistan nell'ambito ISAF ed inquadrati nella Task Force 45 (o TF-45, unità militare interforze di Forze Speciali Italiane nell'ambito dell'Operazione "Sarissa”). Dal 2016, il GOI opera anche su richiesta dell'AISE - Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (il servizio d'intelligence per l'estero), per alcune missioni riservate fuori area.
Imm. 5: Distintivo della Task Force 45 (fonte: Wikipedia)
ll Gruppo Operativo Incursori Subacquei (GOS)
Dal GOS dipendono sette Nuclei SDAI dislocati su tutto il territorio nazionale nelle vicinanze dei principali porti civili e militari (tra cui La Spezia, Taranto, Augusta, Cagliari, La Maddalena, Ancona). Sono responsabili della difesa subacquea delle unità della Marina Militare in porto, tramite:
- interventi anti-sabotaggio nei confronti di eventuali incursori ostili;
- controlli sulle carene delle navi per accertarsi dell'assenza di ordigni esplosivi;
- svolgimento di altre operazioni subacquee di rilievo quali sopralluoghi ed interventi su relitti affondati a seguito di incendi o sinistri.
Il 13 gennaio 2012, i subacquei del GOS intervennero per primi in seguito al naufragio della nave da crociera Costa Concordia all’Isola del Giglio, con l'apertura di varchi mediante cariche esplosive sulla chiglia semicapovolta, per consentire la ricerca di superstiti all'interno.
Imm. 6: sommozzatori davanti la Costa Concordia
I compiti principali del GOS comprendono:
- neutralizzazione di ordigni esplosivi. I subacquei della Marina Militare Italiana sono qualificati artificieri per la neutralizzazione di ordigni sia convenzionali (EOD - Explosive Ordnance Disposal) sia improvvisati (IED – Improvised Edxplosive Device). Possono eseguire operazioni di sminamento, bonifica, messa in sicurezza e utilizzo di tecniche EOD in basso ordine (Low Order) nell'ampio spettro delle operazioni inerenti il settore marittimo, incluso quello subacqueo;
- esecuzione di una varietà di operazioni subacquee e attività di immersione in tutto il mondo, tra cui demolizione subacquea con l'uso di esplosivi, salvataggio, supporto specialistico ad agenzie militari e civili, immersioni in acque profonde con diverse tecniche utilizzando tutta la gamma di apparecchiature subacquee sia autonome che asservite dalla superficie;
- ricerca e salvataggio di sommergibili in difficoltà, mediante intervento diretto con assetti e mezzi specialistici subacquei in grado di recuperare l'equipaggio dei sommergibili e condurre ulteriore assistenza medica.
Tali assetti operativi includono la capacità di immersione profonda attraverso l'impiego della tecnica di saturazione, che consente ai Palombari della Marina Militare di lavorare e rimanere a profondità estreme per giorni o settimane.
Imm. 7: Palombari in operazione (fonte: privata)
Gli eccellenti risultati operativi dei Palombari della Marina Militare Italiana sono ben noti nell'ambito della comunità subacquea nazionale e internazionale. La storia dei Palombari inizia nel 1849 e le loro esperienze operative sono uniche. In seguito al corso della durata di un anno per acquisire la certificazione di Palombaro, il costante addestramento di questa unità varia da attività in acque poco profonde (come laghi e fiumi) a fondali marini molto profondi, includendo immersioni in acque fredde o sotto i ghiacci. I Palombari della Marina sono anche qualificati paracadutisti militari.
Imm.8: GOI - foto di copertina
[Fonti immagini: Marina Militare Italiana, salvo dove diversamente specificato]